A tre giorni dalla drammatica scomparsa del discesista francese David Poisson, si fanno più chiari i dettagli di una tragedia che ha sconvolto tutto il mondo dello sci.

Sembra che l’incidente sia avvenuto in mattinata, nella parte bassa della pista, poco prima che finisse il turno di allenamento dei francesi e iniziasse quello degli italiani. Nella località canadese di Nakisha erano infatti al lavoro diverse nazionali, fra cui quella svizzera e parte di quella italiana (mancavano Fill, Innerhofer e Paris che si trovano a Copper Mountain, in Colorado).

L’uscita è avvenuta all’altezza dell’ultima curva, in una compressione. In quel tratto si raggiunge una velocità superiore ai 100 km/h. Poisson, forse a seguito della perdita di uno sci, sarebbe stato sbalzato in aria e proiettato oltre le due reti «B» di protezione, finendo tra gli alberi di un bosco particolarmente vicino alle reti. L’atleta è stato subito raggiunto dai medici della nazionale francese e svizzera, ma i tentativi di rianimarlo sono risultati vani.

“Quando siamo arrivati, abbiamo constatato che la persona era morta sul posto – ha dichiarato il portavoce del centro di soccorso di Kananaskis, a cui fa capo Nakisha, Adam Loria -. Non c’è stato trasferimento in ospedale”.

La Federazione Francese aprirà a breve un’indagine per chiarire tutti i dettagli ed individuare eventuali responsabilità. Nel frattempo gli svizzeri (Beat Feuz, Patrick Küng, Mauro Caviezel, Marc Gisin e Gilles Roulin), particolarmente provati dalla tragedia, hanno preferito abbandonare Nakisha, nella provincia dell’Alberta, per trasferirsi nella località di Panorama, sempre in Canada.

Nell’immagine: David Poisson.

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